nebrodi: casa mafauda - donna vile - monte pelato

20 maggio, appuntamento con Gianni e Salvo (che vengono da Catania) all'innesto del secondo tratto della dorsale dei Nebrodi sulla SP168, mentre con Ciccio sulla SS113 dove inizia la provinciale 168.
a dispetto delle previsioni del tempo la giornata è poco nuvolosa quasi limpida. velocemente (forse un po' troppo...) risaliamo fino ai circa 1500 metri di Portella Dell'Obolo per poi scendere fino al luogo dell'appuntamento.
da lì dopo circa 8km di strada per metà asfaltata e metà sterrata arriviamo a Casa Mafauda fermandoci però prima alla Sorgente Nocita per rifornirci d'acqua.




Mentre posteggiamo le macchine ci vengono incontro dei Suini neri dei Nebrodi (razza autoctona siciliana di antichissime erigini). sono delle scrofe con i rispettivi maialini, molto curiosi ed impertinenti, visto che si avvicinano tantissimo. Estraggo velocemente la compattina e scatto altrettanto velocemente una foto (che viene mossa)






il tempo di indossare gli scarponi e caricare gli zaini e ci avviamo di buona lena verso portella donna vile.
Certo, spezzare in fiato in salita non è il massimo, ed i circa 25kg di zaino non aiutano, ma piano piano si arriva a Donna Vile.
Pieghiamo a NE ed iniziamo a salire in un magnifico fuori pista che dai 1500 metri dello slargo di donna vile ci porta ai 1560 della vetta di monte pelato. Per me che sono in deciso sovrappeso e fuori allenamento non è esattamente una passeggiata, ma il riscaldamento effettuato nel primo tratto mi ha decisamente sciolto i muscoli.
Arriviamo in cima a monte pelato e il premio è immediato! è interamente ricoperto di margheritine bianche e gialle tanto che sembra di essere nel cartone di Heidi, la vista spazia su buona parte dei nebrodi e lontano, in basso riusciamo a vedere le auto parcheggiate accanto a casa mafauda.




siamo decisamente al limite come orario, il sole è prossimo al tramonto e Salvo parte alla ricerca di un buon punto per accamparci.
Proprio sotto la vetta troviamo una deliziosa radura riparata dal vento e, reindossati gli zaini ci avviamo.
Impieghiamo l'ora di luce rimasta per montare tende, amaca ed accendere il fuoco.




Poi Gianni monta un telone tra i rami degli alberi che ci sovrastano creando una piccola zona franca dall'umido che comincia a scendere in gran quantità. Quindi seduti, chi sullo sgabellino chi per terra, iniziamo a cucinare. Ciccio ovviamente non usa risottino ma salame, tuma ed altre leccornie delle sue parti accompagnate da pane di paese ed ottimo vino messo generosamente a disposizione di tutti (per l'estattezza 2 litri di nettare!!!).
Sono stanco e mi corico. Sono in pensiero per il mio peso e le capacità dell'amaca a sostenerlo quindi, per evitare sollecitazioni inutili mi corico vestito e calzo il sacco dall'alto coprendomi alla meno peggio.
Trascorro una delle peggiori notti in assoluto. Il materassino inserito nell'intercapedine dell'amaca si sposta lasciando scoperto il mio fianco sinistro, poi, complice l'impostazione del tarp, si insinua una leggerissima e quasi impercettibile brezzolina notturna che provvede a mantenere fresca la parte non protetta. Ma la cosa peggiore è stato "il silenzio" !!!!
Un silenzio aperto ma decisamente inquietante. Questo ha poco a poco acuito i miei sensi dando spazio ad inquietanti pensieri che mi hanno tenuto sveglio per un bel po'.
Mi sveglio di soprassalto gridando "chiffù!", uno sboiiing classico di un cordino che cede mi toglie bruscamente dalle braccia di morfeo e, prima mi aspetto l'impatto della schiena col suolo, poi il verso di qualche animale che può aver travolto qualche cordino del tarp; ma nulla... solo Gianni che dalla tenda vicina ride come un pazzo. Il motivo del rumore resterà un mistero visto visto che l'indomani tutti i tiranti erano a posto.
Insomma passa la notte svegliandomi e riaddormentandomi. Sento lo scricchiolio della legna e, solo ogni tanto il vento che sposta il tarp. Poi a tarda notte inizia a piovere, ed il ticchettio della pioggia sul tarp mi riporta alla normalità (finalmente del rumore) e come quando mi succede quando guardo un gran premio alla televisione mi addormento al suono della rombante pioggia.
La mattina poltrisco ancora un po' nell'amaca, poi decido di alzarmi visto che Gianni e Ciccio sono già in piedi da un bel po'.
Ne approfitto per scattare qualche foto all'accampamento.









































(il nido della processionaria. attenzione sia l'insetto che il nido sono ESTREMAMENTE urticanti, sulla pelle è un discorso ma se le setole di questo bruco finiscono negli occhi o nelle vie respiratorie sono caxxi !!!)

il tempo a mia disposizione però è terminato, visto che devo rientrare sabato mattina anzichè fermarmi fino alla domenica come gli altri.
MI appresto quindi a smontare il tutto ed a caricare lo zaino, poi, risaliamo sulla cima di monte pelato per imboccare la strada che mi avrebbe portato all'auto. Salvo si offre di portarmi lo zaino




ed assieme a Ciccio e Gianni scendiamo tutti assieme a portella donna vile.











Prima però vediamo salire dal bosco 2 giumente con relativi puledrini che galoppando ci superano e proseguono scollinando. Ovviamente la compattina era nella custodia !!!!!

Gli ultimi minuti assieme quindi, saluto e mi avvio rischiando di imboccare la strada sbagliata (diciamo che la bellezza del posto mi ha disorientato).












Lemme lemme, al suono della tazza d'alluminio che sbatte sullo zaino (la prossima volta le tengo dentro) raggiungo l'auto.

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