qualcuno ha mai pensato alla sicurezza di tutti i giorni?

quotidianamente ci spostiamo in auto, mezzo che quasi alcuni utilizzano come una seconda casa come ad esempio i rappresentanti.
è vero che l'Italia non si presta sia per dimensioni che per collocazione geografica a rischi climatici tali da porre a rischio un ipotetico conduttore d'automezzo di ritrovarsi immobilizzato nel bel mezzo di una bufera o comunque una situazione che potrebbe mettere a rischio la sua incolumità.
utile e pratico potrebbe essere allora conservare in auto un kit del tipo non-si può-mai-sapere che possa abbracciare più situazioni tipo possibili.
questo kit, se possibile, dovrebbe essere conservato all'interno dell'autovettura e non nel portabagagli, perchè non è detto che nel momento del bisogno sia possibile avervi accesso.
ad esempio ci sono vetture che hanno vani sotto i piedi dei passeggeri posteriori ed alle volte sono anche piuttosto capienti, e non sono quasi mai sfruttati.
vediamo adesso cosa potremmo metterci per poterci trarre d'impaccio se, ad esempio, la macchina restasse in panne nel bel mezzo del nulla in pieno inverno.

trascorrere una notte in auto in attesa che arrivino i soccorsi, specialmente in inverno e possibilmente in una località innevata, con temperatura sotto lo zero potrebbe metterci a rischio ipotermia, allora ecco che delle coperte isotermiche o in micropile sarebbero di grande utilità.



contestualmente sarebbe bene conservare dei cappellini in micropile tanti quanti possono essere gli occupanti dell'auto, visto che la maggior parte del calore corporeo viene dissipata dalla testa.
ottimi sarebbero i paracollo con laccetto in cima, con doppia funzione, paracollo-cappellino.



bene sarebbe procurarsi un telone occhiellato impermeabile il più grande possibile (generalmente 3x3) con funzioni di riparo dalle intemperie.



nell'eventualità sia necessario accamparsi, l'accensione di un fuoco sarà indispensabile, quindi un firesteel con esca ed un coltello sarebbe bene non mancassero.



come coltello propongo (vedi immagine) un Frostmora noti per la loro economicità, affidabilità e qualità.

indispensabile per fissare il telone ma anche per tanti altri usi è una matassa di cordino. banale cordino tipo per veneziane per fissare appunto il telone da comprare nei vari Brico o ferramenta ed una matassa di Paracord, decisamente più importante (resiste a 250kg di trazione MA NON BUONO PER SCALARE!) acquistabile alla peggio anche su Amazon in matasse da 100 piedi (30mt).

infine un bel kit di pronto soccorso della quale composizione è bene consigliarsi con il proprio medico curante.




spyrozzo

in giro per boschi o per montagne

ecco, ci siamo decisi!
vogliamo andare a fare la nostra escursione, nulla di che, ma desideriamo il contatto con la natura, ma, sinceramente non sappiamo da dove iniziare.
la prima cosa, volendo, è decidere dove.
l'informatica ci offre strumenti potentissimi quali, internet, google maps e, al momento google earth.
potremmo anche appoggiarci alla cartografia dell'Istituto Geografico Militare Italiano online, ma la sua interpretazione richiede un minimo di esperienza e, seppur molto dettagliata ne rimanderemo l'uso a tempi futuri.
grazie a google maps e google earth, con la visione dall'altro in modalità visione reale, avremo la possibilità di vedere strade sterrate e mulattiere che potremo percorrere per la nostra escursione.
si perchè per la prima volta sarà bene percorrere una strada ben tracciata che, volendo, potremo anche "fotografare" dall'alto e portare con noi come cartina-itinerario.
non sarà necessario avventurarsi in boschi impraticabili o salite assurde (ne pagheremmo subito lo scotto), ma basterà pianificare un percorso di qualche chilometro, preferibilmente in pianura. la pendenza del percorso è una informazione che google earth fornisce (imparate a prendere confidenza con il software).
percorso pianificato comunicatelo ai vostri cari, così in qualsiasi evenienza qualcuno saprà esattamente dove venirvi a cercare.
adesso bisogna preparare lo zaino o, se intendete viaggiare veramente leggeri il marsupio.
se vorrete viaggiare veramente leggeri dovrete leggervi il nostro post sul kit minimale per ogni eventualità al quale bisognerà però aggiungere un piccolo kit di pronto soccorso. su quest'ultimo sarà bene consultarvi con il vostro medico curante e decidere per voi cosa sarà il minimo indispensabile.
inseriamo adesso nelle nostre conoscenze un nuovo oggetto, il poncho.

foto 1
come si può vedere è una sorta di mantello con cappuccio da usare in caso di pioggia. ma la cosa non finisce qui, perchè essendo generalmente di forma rettangolare ed a volte con gli angoli occhiellati (quelli militari) può essere usato come telo per ripararsi

foto 2
unico neo è che una volta indossato è una cappa sotto la quale non vi è traspirazione quindi se non ci si bagna dall'alto ci si bagna dall'interno. sono conti a farsi.

ritengo che un poncho, ben piegato e ridotto alle minime dimensioni, non dovrebbe mancare nel nostro equipaggiamento d'escursione specialmente d'inverno. d'estate, se di buona qualità lui e non troppo pesanti noi, lo si può convertire in amaca.
ovviamente in caso di notte all'addiaccio sarà un ottimo riparo dall'umidità, vedi foto2.

quando l'escursione diventa più importante, a mio avviso anche il coltello che portiamo con noi potrebbe essere qualcosa di più del semplice victorinox. non fosse altro che per aiutarci a preparare la legna per il fuoco sempre che ne sia permessa l'accensione.
un esempio di modello potrebbe essere i Mora che si trovano con la lama in acciaio inox ad 11,60€ (quello in foto al momento della pubblicazione dell'articolo) e se non li maltrattate troppo vi accompagneranno per tanto tempo.

foto 3

una lampadina tascabile dovrebbe già fare parte del vostro dna ma se così non fosse, procuratevene una a led che usi possibilmente batterie AA o AAA; rimandate l'acquisto di torce che usano CR-123 o 18650 a quando sarete più ferrati.
considerando che dovrete stare fuori un'intera giornata, dovrete sicuramente reidratarvi, quindi dovrete pensare a procurarvi una borraccia. già vi ho parlato dei materiali, ma spetterà a voi sceglierne la foggia e la capienza. ricordate che più grande sarà più peserà se piena, e che comunque tutto sarà correlato a quanto in genere siete abituati a bere.
personalmente ho optato per 2 da 75cl in nalgene, una meglio riposta ed una di più facile raggiungimento mentre sono in marcia, per non di meno ne ho una che sfiora i 2 litri in acciaio con annessa gavetta e fornello a legna (un mini kit). probabilmente la borraccia ideale non la troverete a primo colpo ma farete diversi tentativi prima di trovare quella ideale, oppure arriverete a possederne diverse, una per ogni contesto diverso. non dimenticate le bottiglie di plastica tradizionali inerite nello zaino, funzionano lo stesso.

lo zaino! pensavate me lo fossi dimenticato...
per le uscite giornaliere ne esiste un formato denominato daypack. in pratica è uno zainetto attorno ai 16 litri.
la differenza dai normali, e perdonatemi aggiungerei anche banali, zainetti scolastici, è fondamentalmente lo schienale e gli spallacci, che fanno la grande differenza.
posseggo un deuter che una volta indossato, anche a pieno carico è letteralmente un guanto!
chissè perchè è quello, tra tutti (45,60,75 litri), che è costato di più.
fate attenzione a questo acquisto, perchè, potrebbero essere soldi benedetti :)
potrebbe essere utile una maglietta di ricambio qualora sudore o pioggia vi abbiano fatto "bagnare" quella che avevate addosso.
adesso però non resta che, gambe in spalla, partire.

spyrozzo





quattro chiacchiere sul riparo

questa discussione sarà volutamente sintetica perchè, volendo trattare a fondo l'argomento rischieremmo di avere alla fine dimensioni enciclopediche.

il riparo è la prima cosa alla quale dobbiamo pensare in caso di notte all'addiaccio.
in caso di contesto in emergenza, cioè senza che l'evento ci trovi già preparati e forniti di ogni cosa, si apre un discorso di preparazione di ricovero con mezzi di fortuna.
questo comporterà l'uso di legname, frasche, erba, muschio o foglie recuperati in loco per la costruzione di una tettoia.


in questo caso il bastone che funge da colmo del tetto viene retto da due legni messi a V all'ingresso. altrimenti potrebbe essere incastrato in una biforcazione bassa di un albero facendo si che l'ingresso venga riparato dal tronco stesso dell'albero.

un'altro strumento che si rivela un jolly in queste situazioni è invece il telo, o in inglese tarp. l'equivalente povero decisamente più economico ma anche molto più pesante è il telone da ferramenta.
la sua flessibilità meccanica si traduce in una enorme flessibilità d'uso.



dalla più banale forma di copertura, si arriva a vere e proprie imitazioni di tenda

How To Build A Survival Tarp Shelter In 2 Minutes:

inoltre, se, strutturalmente prestante può anche essere usato per trasportarvi legna appoggiandovela sopra e trascinandola con tutto il telo. lo stesso telo, in caso di pioggia, è un valido raccoglitore d'acqua, così come la mattina sfruttando la rugiada.

sulla ricerca/costruzione di un rifugio di fortuna avremo comunque modo di parlarne maggiore dovizia di dettagli in post successivi, magari diversificando le situazioni.

spyrozzo

quale borraccia?

l'acqua, l'abbiamo detto, è fondamentale, ma cosa altrettanto importante è il suo stoccaggio/trasporto.
in condizioni di pace, cioè non in contesti d'emergenza dove ad esempio anche una busta di plastica può andare bene per trasportarla, tutti utilizziamo la cara vecchia borraccia.
il mercato però oltre a mille-e-una forme ci propone anche diversi materiali che, se profani, potrebbero metterci in crisi al momento della scelta.
ecco allora una breve disanima sui diversi tipi in commercio. l'articolo è stato ripreso dal forum www.campobaseitalia.com


Nessuna descrizione della foto disponibile.

Innanzitutto anzichè chiamarla borraccia la chiameremo bottiglia, perchè in pratica quella che ci porteremo dietro sarà una sorta di bottiglia e quindi sarà preferibile dare il giusto nome alle cose.

I materiali che esamineremo saranno i seguenti: vetro, plastica, alluminio, acciaio, pet, nalgene.

VETRO.
Le bottiglie in vetro non danno alcun gusto all'acqua, sono facilmente reperibili, possibilmente a costo irrisorio, ma hanno un peso non indifferente e sono decisamente fragili e pericolose.

PLASTICA.
Ovviamente parliamo di plastica per alimenti. quindi rientriamo nella categoria delle borracce militari generalmente a basso costo nei negozi di militaria e surplus. Per esperienza personale necessitano quasi sempre di un trattamento perchè, per un motivo o per un altro, l'acqua assume quasi sempre, un saporaccio incredibile. La plastica è quasi indistruttibile e molto leggera, ma queste doti a mio avviso non bastano a pagare i salti mortali che uno deve fare per levare quel terribile gusto da tubo di irrigazione.
Solo alcune (tipo quelle da ciclista) fanno eccezione.

ALLUMINIO.
Qui il discorso si fa più delicato. Siamo in presenza del decano dei materiali. Leggero, resistente, praticamente indifferente alle ammaccature, economico, utile anche per bollire l'acqua per purificarla in caso emergenza. Recenti studi hanno però evidenziato che i contenitori in alluminio possono alla lunga essere tossici. E ce lo dicono ora? Dopo anni che li usiamo? Ebbene si

ACCIAIO.
Al pari dell'alluminio, ha un peso analogo (grammo più grammo meno), forse leggermente più resistente, decisamente più costoso ma parimenti più igienico, ugualmente utile per bollire l'acqua in caso d'emergenza.

PET.
Sono le normali bottiglie di plastica che troviamo a tavola tutti i giorni. Non sono certo il massimo della resistenza, ma neanche scherzano (varia da modello a modello). Abbiamo capienze per tutti i gusti che partono da 0,5l per salire con 0,75l - 1l - 1,5l - 2l ed infine 2,5l !. Il costo è prossimo allo zero visto che potrebbero essere di recupero. Sono eco-compatibili perchè riciclabili, comprimibili quando non ci servono più, utilizzabili per il metodo SODIS.
Essendo trasparenti, sai sempre quanta acqua ti è rimasta dentro, volendo anche se le deformi, puoi bollirci l'acqua dentro e, ne trovi di mille tipi e forme. Il peso? E' il minore di tutto il lotto

NALGENE.
E' l'ultima trovata! Plastica atossica, resistente, anzi direi indistruttibile, inodore ed insapore, con un peso allineato alla strutture ed alle prestazioni, con un unico difetto: al momento costa ancora un botto!

spyrozzo


accendiamo il fuoco con il firesteel

abbiamo parlato di firesteel promettendo che vi avremmo spiegato in seguito come usarlo, e non abbiamo perso tempo.
come abbiamo già detto il firesteel è una barra di ferrocerio materiale che si trova in quantità minima come pietrina negli accendini.
nel nostro caso però è una barra decisamente più grande.



viene commercializzato da diverse ditte ed in diverse dimensioni, ma per noi andrà benissimo quello in foto che si trova ad un prezzo decisamente popolare anche presso i noti negozi in rete dagli occhi a mandorla :)
non nego che ne esistono diverse qualità ma trovarne uno veramente schifoso sarebbe segno di grande ma grande malasorte :)
comunque proprio quello in foto, riconoscibile da manico, laccetto e chiavetta non è male, anche se stì cinesi...

il principio di questo strumento è quello di produrre scintille ad alta gradazione termica (circa 3000 °C) se grattato con una superficie spigolosa d'acciaio. la bellezza intrinseca è che non è un dispositivo meccanico soggetto a rotture o inceppamenti, in pratica accende sempre, a differenza di un accendino al quale può finire il gas o rompersi la rotellina o un fiammifero che, una volta bagnato è bello che andato...

nelle foreste del nord america lo si usa con la corteccia della betulla, che accende solo a guardarla (quasi eh...) ma noi avremo bisogno di avere appresso dell'esca che accenda non dico all'istante ma quasi.
ne ho già accennato nel post precedente in riferimento all'ovatta o cotone idrofilo imbevuti di olio di vaselina o altra sostanza oleosa, (ma sulle esche per il fuoco ne parlerò più diffusamente in un'altro post) quindi assieme al nostro firesteel avremo con noi il barattolino stagno con il cotone idrofilo o ovatta per carrozzieri unti.

a questo punto prepariamo il fuoco con legnetti ed esca ed appicchiamo il tutto utilizzando il nostro firesteel

firesteel1.jpg

come si vede dalle immagini utilizziamo la chiavetta in dotazione, ma potremmo utilizzare il dorso della lama del nostro coltello, chiavetta dal lato più mordente (si perchè ce ne uno più liscio) esercitando una forte pressione sulla barretta, con un movimento dall'alto verso il basso. se non succedesse nulla riprovare, vedrete che funzionerà, fate finta di dover accendere un fiammifero molto ma molto grosso e resistentissimo (il fiammimero è la chiavetta).
la barretta dovrà essere orientata (e quindi anche la direzione delle scintille generate) verso l'esca e quindi il fuoco approntato.
vedrete con questa tecnica accenderete il fuoco anche sotto l'acqua ed un filo di vento (purchè con legna asciutta e sotto un minimo riparo).

spyrozzo

Il nostro Mauro e le sue avventure






Il nostro kit di sopravvivenza

Torno a ripetere che sopravvivenza è una definizione molto forte, ma considerando che è diventata di uso comune adotteremo questa.
Nel post precedente ci siamo trovati soli nel bosco con la necessità di espletare le tre condizioni fondamentali per assicurarci autonomamente una tranquilla nottata.
Ovviamente come tutti ben sappiamo nulla si fa senza l'aiuto di utensili.
Nel nostro caso, parleremo di un kit, dove al suo interno riporremo il minimo indispensabile per rendere la più agevole possibile la nostra presenza in un contesto avverso.

Partiamo dal presupposto che un kit è più pratico quanto è più piccolo ed essenziale.
Esistono kit super completi denominati BOB (Bug Out Bag) in pratica borse/zaini con materiale che consente un'autonomia di 72 ore a tutto tondo, ma nel nostro caso l'obiettivo è una pochette con l'essenziale che adesso vi illustrerò.

Avendo detto che la cosa più importante è il rifugio, nel nostro kit dovrà esserci un coltello. Ovviamente sarà un piccolo coltello per piccoli lavori. Riguardo questo argomento avremo comunque tanto tempo e spazio da dedicarvi. Ecco un esempio di coltellino svizzero.


Oltre al riparo si era parlato di accendere un fuoco, Il sistema migliore per farlo è quello dell'uso di un firesteel (barretta di ferrocerio) dell'esca ed un accendino


Il firesteel è quello che vedete nell'immagine qui sopra. La sua caratteristica è quella che, se strofinato vigorosamente con del metallo spigoloso genera delle scintille sui 3000 gradi centigradi circa. In pratica è lo stesso materiale della pietrina dell'accendino Bic, accendino che potremmo inserire nel nostro kit, visto lo scarso spazio che occupa e l'elevato beneficio che apporta.
Il firesteel cammina assieme a dell'esca che preparerete in precedenza (per una pratica e veloce accensione). Io consiglio dell'ovatta imbevuta con olio di vaselina inserita in un qualsiasi contenitore stagno, genere vecchio porta pellicole 35mm ma anche contenitore di caramelle mentos usato o simili. Entrambe, una volta chiusi diventano stagni.

  

Di questa tecnica di accensione ne parleremo con dovizia di particolari in seguito, intanto provvedete a procurarvi un bel firesteel sulla rete.

Una lampadina tascabile a led. Va bene anche piccola con pile a pastiglia, tanto parliamo di emergenza, ma esistono piccole lampade alimentate con batterie AAA che forniscono una luce più che dignitosa occupando pochissimo spazio.


Per concludere il nostro minimale kit, procuriamoci una bella coperta d'emergenza. Occupa pochissimo spazio ma, tiene caldo nelle fredde notti.

In caso di emergenza


Ccosa serve quando ci troviamo in una situazione fuori dall'ordinario in un contesto che, in linea di massima ci è ostile?
 Mettiamo, ad esempio che, mentre siamo nel bosco a cercare funghi, ci accorgiamo di aver perso sia la strada che l'orientamento e che, a giornata inoltrata ci ritroviamo nel bel mezzo del nulla.
Questa situazione, facendo l'opportuno distinguo tra stagione e località, può essere una simpatica avventura o diventare il peggiore dei vostri incubi.
Tralasciamo la stagione invernale che di per sè apporta un buon bonus negativo e la località prettamente ostile come, ad esempio potrebbe essere qualcosa come una foresta dell'Alaska, e limitiamoci ad un bosco nostrale che pur non essendo una passeggiata di salute non offre particolari difficoltà.
Bisogna innanzi tutto avere chiaro in mente il concetto che, non è detto si possa ritrovare la strada di casa in serata e che quindi, c'è la tangibile possibilità di dover pernottare all'aperto.
Considerando questo contesto si sappia che,
la primaria necessità su tutte è, in assoluto il riparo
in seconda battuta viene la fonte di calore
e quindi il fuoco
ultima necessità, considerando che parliamo di una situazione transitoria
è procurarsi l'acqua
si sappia infatti che l'organismo umano può fare a meno del cibo molto più a lungo dei liquidi.
Come espletare queste tre necessità sarà argomento dei prossimi interventi

spyrozzo

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Questa sarà sicuramente la prima domanda si porrà chi capiterà in questa pagina.
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