fondamentalmente bisogna proteggersi sia dal freddo in se che dai fattori metereologici quali pioggia, umidità, neve, ghiaccio et similia.
consideriamo la cosa sotto tre aspetti principali ovvero:
- l'abbigliamento
- il giaciglio
- il ricovero
L'ABBIGLIAMENTO
cominciamo con il dire che la regola uno di come vestirsi in caso di freddo è quella della tecnica della "cipolla" ovvero del multistrato.
infatti l'indossare più strati di indumenti oltre a creare uno sbarramento multiplo al freddo consente anche di personalizzare la copertura in base alle necessità.
secondo me lo strato più importante è quello che viene definito "l'intimo".
ovviamente non parliamo di mutande per gli uomini e slip e reggiseno per le donne ma di mutandoni e maglia pesante da indossare sotto tutto.
ad oggi esistono i così detti materiali tecnici, molti dei quali costano uno sproposito ma, in fede, posso dire che il miglior intimo che abbia mai posseduto l'ho comprato al decathlon comprato 6€ a pezzo e che si trattava di indumenti a base di un caldissimo e comodissimo felpatino della kalenji.
ovviamente era da escluderi in toto l'indossarlo in caso di forte attività fisica perchè non era idrofugo ovvero non espelleva il sudore.
per contro comprai un completo da oltre 120€ (pantaloni e maglia) preformati, supertecnici (secondo ciò che veniva promesso nella targhetta) ma assolutamente scomodi e... freddi.
altro materiale caldo per eccellenza ma carissimo è la lana merinos. così ho letto ma non ho mai provato. la cosa bella è che se vi ci trovate bene, di questo materiale trovate calze, mutandoni, maglie di tutti i tipi e perfino ciabatte.
ma se dovete camminare non so se sia il caso di corazzarvi con intimo perchè l'attività fisica vi farà sviluppare già di per se abbastanza calore, per cui, basteranno i pantaloni ed al limite al di sopra, se il tempo è uggioso dei copripantaloni in goretex che dovrebbero fornirvi da un lato protezione e dall'altro traspirazione. ricordatevi esiste l'adagio che dice "per quello che spendi mangi" quindi se vi buttate al risparmio, vi ritroverete in mano materiale scadente.
per il busto anche se me le hanno sempre sconsigliate io preferisco delle fresche (finchè pulite ed asciutte) t-shirt in cotone. sopra sono conti a farsi. una camicia in quanto abbottonata potrebbe offrire copertura ma al contempo aperture per la traspirazione, ma se vi trovare a camminare in una bufera in piena Alaska allora un bel micropile a dolce vita con sopra un pile tecnico bello pesante.
più sopra potrebbe starci un guscio che resterebbe indossato se, durante le pause dovreste levarvi la giacca pesante ovvero un possibile parka.
con tutti questi strati dovreste resistere al peggiore windchill ovvero la percezione più bassa dell'effettiva temperatura dovuta al vento.
la protezione delle mani è una questione di come ci si trova meglio.
potrebbe essere il top usare sottoguanti in seta, con poi guantini in micropile e quindi delle belle muffole pesanti. i guantini in micropile dovrebbero avere il palmo rivestito in pelle per non distruggersi qualora si dovesse fare qualcosa di manuale dovendosi levare le muffole.
per la testa in caso di bufera consiglio una bella mascherina in neoprene che protegge il viso fino a sopra il naso. sotto un bel balaclava o mephisto (dir che si voglia) tiene caldo ma attenti a prenderlo con l'apertura per la bocca ed il naso altrimenti con la condensa del fiato in breve diventerebbe tutto bagnato.
poi a seguire si trovano dei comodissimi cappellini in micropile (il quale è si, micro, ma anche caldo, ed occupa poco spazio). personalmente faccio un largo uso della shemagh. ovviamente pensate anche a proteggere gli occhi con degli occhialoni con aperture che non gli permettono di appannarsi con il calore corporeo.
i piedi funzionano anch'essi con il sistema della cipolla, basta che non siano costretti al punto tale che la circolazione non sia abbastanza libera. scegliete con cura le calze e non siate tirchi. ovviamente le calze sudate vanno sostituite appena possibile. scarpe possibilmente di qualità, comode ed in goretex.
IL GIACIGLIO
qui il discorso comincia a farsi delicato, perchè se finchè svegli si è in grado di prendere provvedimenti contro il freddo, nel sonno è facile scivolare nell'ipodermia.
la prima scelta è SU COSA DORMIRE? un buon tappetino non è semplicemente un buon materasso, ma anche uno strumento che vi isola dal suolo così che il calore corporeo non venga disperso. generalmente i più usati sono quelli a cellule chiuse volgarmente chiamati Scout. Ma il mondo dei tappetini è decisamente sconfinato. c'è chi usa p.es. il volgare materassino da mare isolandosi con una buona barriera d'aria, approfittando di una buona comodità ma rischiando grosso in quanto sono molto delicati.
esistono gli autogonfiabili, ovvero con una struttura semirigida che, appena "stappati" iniziano ad autogonfiarsi, ma alla fine (esperienza personale) dovrete comunque darci dentro di polmoni. in definitiva sono piuttosto validi, ma pesano di più.
alla fine il più pratico/economico risulta quello scout. lo si può anche usare come schermo per il fornello o per appoggio temporaneo al culo durante le pause. per aumentare la coibentazione si può usare lo schermo alluminato e pallinato che si usa d'estate per proteggere i cruscotti delle auto. costa poco e pesa nulla. con la parte alluminata verso l'alto si riflette il nostro calore verso di noi (a costo quasi zero).
il sacco si consiglia in piume per svariati motivi. le piume sono calde e questo lo si sa già. sono molto comprimibili ed a parità di peso vi ritrovereste un buon sacco invernale che occupa poco spazio nello zaino pesando relativamente poco. per aumentare il fattore riscaldamento del sacco potete usare uno di quei teli di sopravvivenza che si vedono indosso ai migranti. il costo effettivo, se trovate il giusto canale è veramente irrisorio. oppure comprate un SOL ovvero una sorta di sacco da sopravvivenza fatto dello stesso materiale. ma attenzione, l'accoppiata SOL/sacco a pelo è da utilizzarsi solo in bivacchi realmente estremi perchè è come entrare in un forno.
nella foto una confezione con una SOL. le dimensioni sono irrisorie ed il peso solo 155g.
altrimenti esistono degli elevatori di temperatura che altro non sono se non dei rivestimenti termici interni. la Sea to summit
come si vede ogni modello ha un suo range di temperatura ma anche un suo costo che non è comunque proibitivo. il Reactor Extreme su Amazon al momento della pubblicazione si trova a 58€.
Mentre che ci siete vi consiglio di dare un'occhiata all'intero sito. vendono cose interessanti.
IL RICOVERO
fondamentale è il posto dove andremo a posare le nostre stanche membra.
se ci coricheremo in un resort a 5 stelle climatizzato, tutto ciò che ho detto non servirà a nulla...
ma se vi troverete per boschi, montagne o luoghi dal clima ostile allora sarà importante scegliere con cura dove fare il bivacco.
nei manuali non si trova altro che parole di attenzione ad accamparsi sotto gli alberi e principalmente sotto i creatori di vedove, ovvero i rami secchi che durante la notte, in caso di mal tempo ovvero vento, tempesta ed altre amenità potrebbero staccarsi e cadervi sulla testa lasciandovi secchi sul colpo. l'ideale oltre ad un rifugio dove però non abbiano dormito in precedenza armenti potrebbe essere una grotta, anch'essa scevra da ricovero di animali.
le armenti sono portatrici di parassiti quali pulci, cimici, e zecche quindi EVITATE se potete.
se avete tempo potete creare un ricovero con materiale di recupero ovvero rami e foglie altrimenti se siete previdenti potreste avere con boi un magnifico "bivvy bag".
il bivvy è una sorta di contro sacco in goretex all'interno del quale andreste a ripararvi con il sacco a pelo (meglio) o così come siete (se capita). è di estrazione militare e generalmente se lo comprate appunto militare sarà oversize al cui interno ci starete voi vestiti di tutto punto con lo zaino da 80l.
ovviamente converrà creare un canale di scolo attorno se è prevista pioggia.
personalmente il mio lo accoppio al poncho militare che uso come tarp (telo protettivo).
nella foto si vede il poncho con sotto il materassino in giallo. suk materassino, ma non si vede, il bivvy con dentro il sacco a pelo. la struttura poi è stata chiusa attorno all'albero tramite gli occhielli liberi causa troppi spifferi.
sul bivacco invernale all'aperto c'è tantissima letteratura sulla rete per cui non mi dilungherò più di tanto. aggiungo però che è fondamentale coricarsi a stomaco pieno, e questo perchè il corpo umano è paragonabile ad un motore, e se vogliamo che generi calorie, dovremo metterci dentro benzina. personalmente, se posso gradisco dei tortellini liofilizzati (meno peso, maggior durata) con brodo granulare (un barattolino da 150gr dura una vita).
come fornello per cucinare ne ho uno spaziale a gas, ma recentemente no ho comprato uno a pirolisi e quindi a legna. in pratica risolto i problemi delle bombolette.
la foto del fornello è orientativa ma dovrebbe rendere l'idea, il mio è molto simile.
abbiamo solo scalfito quello che è un universo, comunque per qualsiasi informazione contattatemi liberamente.
marco spyro